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Collaborazioni con Mirta Carroli

Nella vita di chi si interessa d'arte non esiste esperienza più ricca che lavorare con altri artisti, meglio ancora se di linguaggi diversi. L'esperienza diventa davvero appagante se l'artista è anche una amica e una persona generosa e vulcanica come Mirta Carroli. Mirta è una scultrice che lavora soprattutto con il ferro e, se vuoi vedere le sue opere, ti consiglio di visitare www.mirtacarroli.it. Ci conosciamo dal 1994, da quando abbiamo partecipato insieme al vernissage di un comune amico, Maurizio Osti. Insieme abbiamo realizzato due libri, letture, presentazioni... Insieme ridiamo molto e lavoriamo sodo, con i miei tempi geologici che fanno scintille con la sua velocità frenetica. Insieme ci vengono mille idee, anche quelle diafane e felicissime che non si realizzeranno mai. 

Forme implicite / Unearthed Shapes

Gioielli di Faiences, Allemandi, 2011, pp. 112, euro 25 (edizione bilingue)

Una collezione di insoliti gioielli, in oro e argento, che nasce dalla collaborazione tra una scultrice appassionata della sua terra natale (la Romagna) e dell'arte di far rivivere gli antichi oggetti d'uso strappandoli all'oblio del tempo (i frammenti della maiolica faentina), e una poetessa abituata a plasmare parole con la stessa materialità del metallo e delle pietre.

Con interventi di Jadranka Bentini, Tomaso Emaldi e Massimo Scrignoli.

bello lo spazio quando non è cinto

da mura quando il lontano è una piana

 

stupita la città un affastellarsi

di sogni ancor più bello quando

 

si sente il respiro che sale verso

la superficie gremita d’ossigeno

 

da cantine di pietrisco muscoso

dove la vita è ribelle e straniera

 

i polpastrelli prensili che pizzicano

incandescenti le corde del sopra

 

bello tutto questo mondo di scatti

un lavorio industrioso di aggiunte

e si sente la prodezza si sente

il grande infarto buono

 

di tenere insieme salto e radice

lo sfarsi e la pulsione

 

la fiamma è un vessillo di sangue

benché in piccole notti individuali

 

piccole sì da non pensarci

da persistere piuttosto dove si

 

sente il punto di rottura l’amore

il comando di ardere nel diluvio

 

continuare ciò che sappiamo meglio

fare fuoco e ad occhi chiusi danzare

corallo

 

Dieci nell'uno

Eidos, 2004, euro 35 (libro d'artista, edizione limitata)

Questo non è un libro. Contro ogni apparenza non ha le caratteristiche fonamentali di un libro. Non ha un autore, non ha un destino di permanenza, non ha una storia da raccontare, non è stato pensato per essere letto. Non ha un autore, perché - oltre ai due nomi sulla copertina - si sarebbero dovuti elencare anche tutti gli artefici delle opere e delle citazioni raccolte in queste pagine, nonché i responsabili di una messe enorme di sapere tradizionale, e sarebbe stato un elenco interminabile. Non ha un destino di permanenza, perché è una tappa, a differenza di tante altre tangibile e messa in condivisione, di un percorso di ricerca iniziato dieci anni fa e di cui non si prevede una conclusione. Non pretende di raccontare una storia, che travalicherebbe incommensurabilmente non solo le possibilità delle persone che l'hanno realizzato, ma anche le capacità materiali di contenuto di un libro. Non è stato pensato per essere letto, bensì per essere attraversato, come si attraversa una domanda, avanti e indietro, fermandosi nelle rade d'ombra, sul ritmo delle proprie  meditazioni. Dunque, cos'è? Quest'oggetto è solo un fatto del mondo e, come diceva Wittgenstein, i fatti del mondo non saranno mai "la fine della questione".

fiore del regno

questa notte non passerà

 

rauche cigolano rotaie

piano fuori da sé

producendo cristalli

al rintocco ghiacciato

delle costellazioni

 

distributori di benzina

recitano la loro messa

in bui dialetti idrocarburi

frazioni liquide strappate

alle lagune calde sottoterra

 

nelle cantine ragnatele

e asma evaporano rubino

dalle ombre dei fiaschi

dalle scatolette di sugo

dalle ossa di biciclette

 

questa notte non passerà

 e non passeranno le ore

invece passano le donne alte

sulla riva asciutta dei viali

tacchi come alabarde

gonne come falò

nel silenzio crudo del cuore

e passano le ronde cieche

di ordine e di disordine

incomprensibili a sé e a tutti

acqua di scorie

che goccia per gradini scivolosi

           

            un verbo naufraga tra i vetri

            deriva senza traduzione

 

tra noi e le case

c'è il regno

tra noi e le case

si alza un deserto immenso

su questo spazio nudo abbiamo

diecimila maniere per passare

sostando alle oasi dei parcheggi

davanti alle serrande dei bar  [...]

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