dalla sezione "nel raggio della luce
che snatura"
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Ciò che è fatto d’aria,
che traspare,
che non ci immaginiamo,
che avvertiamo forse a volte in un brivido,
quando è tardi e si fanno le scale in silenzio
e a tentoni si cerca la luce,
improvvisamente soli con le proprie chiavi,
ciò che insomma non vediamo e non ci figuriamo,
forse che non ci vede a sua volta?
Non è l’immagine che ha diffidenza dell’occhio,
la tempesta non teme la nave
– la tempesta incendiata,
la tempesta color pescecane –
che ama il contrasto della vela candida
e fa come morsi di luce tra le nubi,
in mezzo al lino come zanne scure
dalla sezione "La terra dalla bianca riva"
​
La moviola dell'angelo
Il tempo è marmo,
marmo scuro,
pieno di forme, figure,
equivoci, racconti,
sotto la scorza dura.
Le schegge si levano
in un turbine,
sotto lo scalpello perfetto
dello sguardo
​
- "giunse mia madre,
mi fece un cenno
e volò via..." -
​
La luce tra le palpebre proietta
la stanza obliqua,
i muri color seppia,
il suono profetico dei passi.
E la casa, in cui tememmo
i nostri giochi,
il destino,
le voci senza corpo,
si disfa tutta
nei suoi capelli grondi,
chiari, lunghissimi,
ancora insaponati
e il "sarò buona"
capitola in preghiera
- scendi, acqua,
acqua di percezione,
acqua di commemorazione,
acqua di riconoscimento,
rivelante, fredda,
mista a fango,
scossa goccia a goccia
dalle piume,
saporosa, colma di sillabe,
illuminata,
canta sui tetti,
scivola in cantina,
infiltra il fondo,
anima le basi,
vieni più forte,
agita, incatena,
scendi, acqua, musica,
rovina... -
Il tempo non è storia,
non procede,
non va di ora in ora.
Il tempo è uno stato,
la fiamma ferma della salamandra.