Ex Merlani
esserci soprattutto
in simile sisma di sogni
esserci in canto mentre
dallo schermo della parete cola
un’oasi di fruscii fragili
un fiore aperto preme
nella grazia fallita della città
su tutta questa faccenda del suolo
che è crepe di asfalto, del sangue
estenuazione sorda del ricordo
e siete venuti dalla sabbia usta
nell’intermittenza del mondo
bisbiglia il nòmos della strage
e siete venuti dal mare avvoltoio
avvolti in carta di giornale
in papiri strappati di alte rotte
come grani d’orzo graffiando il vento
e io non so se rido o piango
non so se è ancora sponda quando sbarra
non so se il corpo ha gore somiglianti
sul cui fondo tra ferrami e cristalli
si annidano le seppie delle conche
ho io solo voglia di sguardi
solo voglia di danza nei ginocchi
in questo inverno torpido di serra
pur tra le fiacche delle strade tengo
sulla mano che gronda acqua ristagna
inchiostro inceppato sui perduti
quell’odore di scuola, di casa che è
tutto intorno al pericolo
la calce buona del futuro.