ISTAT 2006
musica di sabbia cola dai bassi
filari di luce delle cabine
pura presenza pure già memoria
ricordo di quando il mondo sembrava
una casa possibile
mentre c’è il vento che cuoce voltando e
rivoltando le pagine
più di un terzo delle donne non ne ha parlato con nessuno
pagine rivoltanti
che evaporano negli occhi una piccola
pioggia grigia di somme e percentuali
la linfa che impietrisce in disistima
la carne aperta sotto
le labbra livide dei riflettori
lo sconosciuto che odia senza nome
più di un terzo delle donne non ne ha parlato con nessuno
la mano che si striscia
sotto la scrivania
la mano oscura del compagno botte
nel corso della gestazione
sguardo che muta di colpo pigmento
«spinta, strattonata, afferrata, storto un braccio, i capelli tirati, schiaffeggiata,
presa a calci, pugni o morsi, tentativo di strangolamento o soffocamento o ustione»
più di un terzo delle donne non ne ha parlato con nessuno
ed è questo quel continuo stonato
che si sente vibrare quando vibra
sotto l’approdo secco del lenzuolo
che si sente rodere a mezzo
del fiato fragile dell’erba a mezzo
dello scrosciare
che sarebbe alato delle onde
più di un terzo delle donne non ne ha parlato
e che dura da e per sempre
dentro e fuori l’im-mondo
montando come fondo d’afasia
finché si dura
mosto osceno di tra il corpo e il pensiero
che questo fondo muto finché dura
nega tutte le bocche della terra
più di un terzo delle donne non parla
con nessuno